Da anni in cerca della cicogna, stremati dall’attesa
di vedere realizzato il sogno di diventare genitori, smarriti in questa vita
senza riuscire a trovarne la ragione, privati di quel sorriso che li rendeva
solari, ormai impazienti di stringere tra le braccia quel figlio che non
riusciva ad arrivare ma bisognosi al tempo stesso di creare la loro famiglia, decisero
di ricorrere all’adozione.
Questo non è un punto di arrivo, bensì di inizio.
Infatti, la richiesta di adozione richiede un iter burocratico lunghissimo. Ma
il desiderio di maternità e paternità era così forte che ha dato loro la
forza per affrontare anche questa “battaglia” per arrivare a lui, al loro
bambino.
Qualche giorno fà, sono stati chiamati per l’ennesimo
colloquio pre-adozione. Stanchi ed esauriti dopo quasi due anni di trafila,
volevano rimandare l’appuntamento per problemi personali. Ma, come se una
vocina li avesse chiamati, sono andati comunque al colloquio. Arrivati a destinazione,
hanno fatto ingresso nella stanza che li ha visti molte volte “interrogati” e dalla
quale sono sempre usciti affranti e scoraggiati. Sono stati fatti sedere nella
stessa postazione di sempre. Le loro facce cupe, pronte ad affrontare
l’ennesimo “interrogatorio”, improvvisamente hanno cambiato luce: “Vi abbiamo
assegnato un bambino. E’ nato da
soli 23 giorni e la madre naturale non ha lasciato nemmeno il nome”. Queste sono state le prime parole che hanno sentito. Di fronte alla loro forte commozione, è stata loro
concessa una boccata di aria prima della chiusura di tutte le pratiche. Dal
cortile di fronte sono partite le chiamate ai novelli nonni che, pronti a
sostenere ancora il dolore e lo scoraggiamento dei rispettivi figli, tutto si
aspettavano fuori che questo lieto annuncio. Frastornati dall’emozione e
increduli dell’accaduto, sono andati di corsa al centro commerciale più vicino
per comprare una carrozzina e qualche vestitino per portare a casa il piccolo. Tutto
veloce, perché impazienti di raggiungere lui, quel bambino che li stava
aspettando in una culla dell’ospedale, il loro bambino. Il piccolo, come se li avesse
sempre conosciuti, si è lasciato immediatamente coccolare e si è perso tra le braccia di questa madre che, per la prima
volta in quel momento, gli ha aperto le porte del proprio cuore, per sempre.
Di ritorno verso casa, li attendevano dei nonni
impazziti dalla gioia che in poche ore hanno comprato tutto l’occorrente per il
nipotino. E sulla porta di casa un grosso fiocco azzurro gli dava il benvenuto:
Buona
vita piccolino!
Che bella storia a lieto fine...con tutto quello che si sente sull'iter d'adozione, questa e' una speranza!!
RispondiEliminaChe bello... magari tutte le storie avessero questo lieto fine così bello... in bocca al lupo ai neogenitori!
RispondiEliminaè stata una bella storia :) e poi io vado matta per i lieto fine e sono felice che non si siano arresi :)
RispondiEliminaMi hai fatta piangere. E' stata una storia davvero emozionante. Tre vite che rinascono.
RispondiEliminaI wish I understand a word eheh. Let's follow each other for me to learn italian? ;) Let me know! Kisses
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