Mentre dall’Italia è partito il conto alla rovescia
che oggi segna un bel -6 al mio ritorno, io mi sto godendo gli ultimi sgoccioli
di questa esperienza. Il fine settimana passato è stato l’ultimo trascorso qui
con Lui. Ed è stato piuttosto pieno. Sabato, di buon ora, ci siamo avviati
verso Camden Town, un quartiere colorato, ricco di banchetti di tutte le
nazionalità che emanano i profumi tipici delle terre di origine. Ad ogni angolo
ci si imbatte in gente che suona, che ritrae volti o che dipinge il corpo. Ed è
piacevole trovarsi fermi ad ascoltare suonare un ragazzino che ha improvvisato
la sua batteria con barattoli e pentole.
Nel pomeriggio ci siamo spostati
a Canary Wharf, per un aperitivo in mezzo ai grattacieli della City. Il sole
rifletteva sulle vetrate dei palazzi e l’atmosfera era così brillante da regalarci
un vero e proprio spettacolo ad aria aperta, che ci siamo goduti sorseggiando
una birretta e sgranocchiando dei pistacchi. Io tutte le volte che vado in
questo posto mi incanto, perché secondo me è qualcosa di esageratamente bello e
particolare. Questi imponenti grattacieli si innalzano improvvisamente come
schegge nel cielo di una Londra tradizionalmente elegante.
La nostra permanenza
in questa zona è terminata con un giretto all’interno della sede di una
prestigiosa banca, Barclays, che si trova dentro ad uno dei suddetti
grattacieli. Ecco, lasciando da parte il lusso della struttura, io mi chiedo perché
il luogo adibito ai colloqui è stato posizionato proprio all’ultimo piano. I
divanetti bassi in pelle bianca e i tavolini di cristallo posizionati davanti ad
una vista mozzafiato distrarrebbero anche il più concentrato della terra.
Bello, bello, ci è piaciuto e io lo guardavo un po’ con occhi sognanti, non
tanto il grattacielo quanto un posto di lavoro lì dentro. La serata è proseguita
con una cenetta messicana a base di guacamole e burritos in un localino sul
lungofiume nella suggestiva zona di Southwark. Ma prima di ritornare a casa non ci siamo fatti mancare una
passeggiata lungo il Millennium Bridge, sotto il cielo di una Londra notturna, illuminata
e strepitosa.
La Domenica mattina l’abbiamo dedicata al Madame
Toussaud, che senz’altro vale una visita ma non i 30 pound a testa di ingresso.
Però, considerando che avevo un biglietto omaggio, il prezzo è diventato la metà
e quindi il museo ce lo siamo goduti ancora di più. Il pomeriggio, invece, ci
siamo scatenati nello shopping. Lui non ama fare spese e solitamente la cosa
deve essere il più indolore possibile. Tuttavia, Londra ha avuto il potere di
corrompere anche Lui. Allora, voi non ci crederete, ha riempito la
valigiaaaaaaa! È impazzito totalmente. Ci siamo divertiti un sacco, Lui che
ogni secondo mi chiamava per dirmi che “quasi quasi provo anche questo, che
dici?” e “non ti azzardare ad andare nel reparto donne, che ho bisogno dei tuoi
consigli e tanto avrai già svaligiato il negozio” e io che mi incuriosivo nel
vederlo in questa veste, così preso dallo shopping e dagli “affari” che Londra offre.
La sera, poi, ci siamo rilassati di fronte ad uno squisito piatto di
noodles thai.
Lunedì mattina ci siamo svegliati con il sole e per questo abbiamo deciso di
andare verso Liverpool street, dove Lui avrebbe preso l’autobus per l'aeroporto, a piedi.
Abbiamo fatto una bella passeggiata, attraversando l’imponente Tower Bridge e
costeggiando il Tamigi.
Giunti a destinazione, ci siamo salutati sapendo però
che stavolta per rivederci dovremo aspettare soltanto una settimana. Sono
felice.