lunedì 26 agosto 2013

Un desiderio rivolto al cielo.


Ieri, come spesso accade la Domenica, eravamo a pranzo dai miei. Tuttavia, non era una Domenica come le altre, perchè era il trentesimo compleanno di mia cognata. Già di fronte agli auguri i suoi occhi, che difficilmente si bagnano, sono diventati lucidi. Un compleanno sicuramente importante, che lei ha presentato come una sorta di passaggio in una nuova fase della vita, come se avesse varcato il limite tra l’essere ragazza e l’essere donna. In realtà, è stato solo un ulteriore motivo per alimentare una rabbia infinita. Una giornata come questa, in cui generalmente ci si riunisce per festeggiare, in certi casi può ricordare soltanto quel senso di solitudine e smarrimento vissuto per anni e che, forse, non se ne andrà mai completamente. Abbiamo fatto in modo che questa fosse un’occasione in più per farla sentire in famiglia. Speriamo le sia arrivato tutto il nostro calore, il nostro desiderio di voler festeggiare con lei e di averla con noi proprio in questo giorno. Abbiamo voluto coccolarla ognuno a proprio modo, chi con il regalo tanto desiderato e chi con un messaggio scritto dal cuore. Se ci fosse stato un modo per renderle questa giornata magica, credo che lo avremmo cercato. Ma qualsiasi cosa, in ogni caso, non avrebbe cancellato quel vuoto. E' entrata in casa nostra quando aveva soltanto quattordici anni, quella ragazzina così innamorata di mio fratello ne è poi diventata la moglie. Di compleanni con noi, quindi, ne ha festeggiati molti ma questo, il trentesimo, l’ha trovata più fragile di fronte al dolore di quella ferita. A fine pranzo, l’inaspettata torta fatta apposta per lei da mia madre e le candeline accese l’hanno fatta cedere. Sorpresa e con le mani davanti agli occhi bagnati di lacrime, ha espresso un desiderio, rivolgendosi forse a quella mamma e a quel papà che soprattutto in certe ricorrenze mancano terribilmente, perché la vita li ha strappati troppo presto dalla loro bambina che all’epoca aveva solo sei anni e che ieri ne ha compiuti trenta. 



mercoledì 21 agosto 2013

Otto anni di noi.




Otto anni fa, proprio questa sera, sarebbe cominciata la nostra avventura e, personalmente, avrei vissuto una delle serate più sorprendenti della mia vita. 
Sono stati otto anni di esperienze insieme, dalle più classiche alle più pazze. Anni in cui abbiamo imparato a conoscerci a fondo, curiosando nel passato delle nostre vite e scoprendo insieme il presente. Siamo passati dal raccontarci i rispettivi sogni, a sognare insieme, fortemente convinti di volerli realizzare insieme. Me la ricordo ancora quella sera sdraiati sulla spiaggia a parlare delle nostre storie e di molti progetti che ancora non prevedevano la nostra reciproca presenza. È passato un bel po’ di tempo da quelle chiacchiere e quei programmi col tempo sono inevitabilmente cambiati. Ma i protagonisti siamo sempre noi, più uniti che mai di fronte a questa vita che vogliamo vivere accanto.
Non siamo mai stati ostacoli ma preziosi supporti nei rispettivi percorsi, anche quando questi hanno comportato non scontate sfide per la nostra coppia, prima fra tutte la distanza. La stima reciproca, la fiducia e la complicità sono stati forse gli ingredienti segreti di questa formula magica che ci ha legati sempre di più ma che comunque ha permesso ad entrambi di correre sulla propria strada, per inseguire quel desiderio di realizzazione anche personale che avrebbe contribuito a renderci persone appagate. 
Sono stati otto anni fantastici che tra poco ci porteranno, adrenalinici e impazienti, in un nido tutto nostro. Il bello sta per arrivare e noi ce lo godremo tutto, colorando le nostre vite di nuove esperienze e costruendo basi sempre più forti per un futuro insieme. 

sabato 17 agosto 2013

Un risveglio emozionante.


Questa mattina mi sono svegliata con l’annuncio di un lieto evento.
Prima di comunicarvelo, però, vi faccio una premessa. L. è un’amica storica di mio fratello. Quindi, inevitabilmente, la conosco da moltissimo tempo. Avevo pochi giorni quando per la prima volta venne a vedermi di ritorno dall’ospedale e la prima foto insieme è quella del mio primo compleanno, quando mio fratello invitò alcuni amichetti tra cui anche lei.
L., è stata fidanzata per ben 14 anni con un ragazzo del nostro paese. Andarono a convivere quando li legava ormai soltanto una scontata abitudine a stare insieme. Purtroppo, di questo si accorsero soltanto a posteriori, quando ormai il grande passo era stato compiuto. Una mattina, dopo una furiosa lite, il suo compagno la invitò a lasciare casa. Sebbene poi questa si sia rivelata in seguito la chiave per ritrovare la felicità, in quel momento ad L. cascò il mondo addosso. E ancora più giù andò quando scoprì che lui aveva un’altra. L’angoscia di rimanere da sola era galoppante. Anche perché a 31 anni le esigenze cominciavano ad essere diverse, quello che desiderava era la stabilità e cullava dentro di sé il sogno di avere un bambino. Le amicizie erano perlopiù di coppia e molte, ormai, si erano “sistemate”. Le sembrava un'impresa difficile, se non impossibile, riprogettare la propria vita e il pensiero di ricostruire tutto da capo, con un altro uomo, la spaventava e la mandava ancora più in crisi. Ha passato momenti bui, persa nel cercare una ragione a quei 14 anni vissuti insieme. 
Tuttavia, la svolta per lei arrivò la sera che conobbe il suo attuale compagno. Eravamo insieme sedute ad un tavolo di un locale quando cominciò questa nuova avventura. Da li è stato un crescendo di felicità e di emozioni. Giorno dopo giorno mi sembrava di incontrare una nuova L., entusiasta di riscoprire la gioia di stare bene con una persona, di essere amata e di amare, di condividere progetti e coltivare insieme la serenità.
Questa notte L. è diventata mamma. Quel sogno che custodiva segreto da tempo, finalmente si è realizzato. Mi sono svegliata con questa sorpresa. Sono emozionata e non vedo l’ora di abbracciarla. 



martedì 6 agosto 2013

Colgo l'occasione per provarci.




Ormai mi ero messa l’anima (quasi) in pace e continuavo a ripetermi che “in generale è un periodaccio per cercare lavoro, figuriamoci d'estate”. Ormai sapevo che se ne sarebbe riparlato a Settembre. Cercavo di mantenere la calma ma, ogni tanto, il panico si affacciava nelle mie giornate. Se fossi stata certa di trovare qualcosa a Settembre, mi sarei tranquillamente goduta l’estate al mare ma, non avendo tale sicurezza, sdraiarsi al sole senza pensieri non era sempre facile. Anche perché, effettivamente, un’occupazione me la sono sempre cercata fin da quando studiavo e, sebbene non ricavassi uno stipendio pieno, riuscivo in questo modo ad avere in tasca qualcosa di “mio”.
Tutti in famiglia mi incoraggiavano, convinti che dopo l'estate avrei trovato qualcosa e mi esortavano a godermi questo tempo libero in tranquillità. Ma a me sembrava di brancolare nel buio. In più ero appena tornata da Londra e passavo da giornate pienissime alla calma piatta. Ero anche scoraggiata perché, effettivamente, un colloquio mi era anche capitato. Era il primo in assoluto. In una Roma tremendamente affascinante, quella mattina mi avviai verso la sede della società accompagnata da un mix di agitazione e speranza. Quando durante il colloquio mi venne comunicata la retribuzione, capii che non era cosa: 250 euro lordi per un impegno full time. Dunque, non è che io pensavo di laurearmi e di andare a fare la manager o di guadagnare chissà cosa, perché non ho di certo questa presunzione, sono la prima a sostenere l’umiltà e a condannare atteggiamenti di superbia. Farò la gavetta, come tutti, ma non avrei potuto permettermi di guadagnare quella cifra per molto tempo. Piuttosto sarei tornata a fare il doppio turno in un qualsiasi ristorante, anche perché per me Roma comporterebbe necessariamente maggiori spese, non essendo la “mia” città. Sono tornata dall’estero con la voglia di provarci, ma non a queste condizioni.
La tentazione di mollare la presa c'è stata più volte, soprattutto perchè avendo conosciuto e vissuto la più florea realtà inglese, la mente spesso mi riportava li. Ma avevo deciso che mi sarei data un tempo per provarci, pur consapevole che sarebbe stato difficile sia trovare una nuova dimensione sia liberarmi dal pensiero quasi ossessivo di quella realtà dove le cose funzionano. Nonostante la mia smania dovuta al non sapere se e quando questa nuova dimensione sarebbe arrivata, ho insistito perchè, nonostante tutto, sono sempre stata convinta di volerci provare. Tra uno scoraggiamento e l'altro, si è presentata per me un’altra occasione che ha riempito con un pò di euforia il mio serbatoio di pazienza. Stavolta l'offerta era migliore sotto tutti i punti di vista:  il settore mi sarebbe piaciuto molto, la retribuzione sarebbe stata migliore e la posizione facilmente raggiungibile con la metro, così non avrei nemmeno avuto bisogno di altri mezzi. Mi hanno scelta. Ho accettato. Sono felice. Tuttavia, so già che questo lavoro avrà una breve durata, però intanto incasso e porto a casa, devo fare esperienza e da qualche parte devo pur cominciare.